I PRINCIPI PEDAGOGICI DEL NIDO: L’EDUCAZIONE MONTESSORIANA

L’asilo nido è un servizio socio-educativo. E’ un ambiente creato per i bambini, in cui possano crescere e soddisfare i loro bisogni e desideri.
Nello sviluppare gli obiettivi generali e definire le strategie educative si fa riferimento principalmente ai contributi fornitici dalla pedagogista Maria Montessori.

In sintesi i principi a cui ci ispiriamo sono:

  • Fiducia nell’educabilità del bambino
  • Riconoscimento della specificità e dei bisogni di ogni bambino
  • Esperienza senso-motoria come base dell’apprendimento
  • Valorizzazione e sviluppo dell’autonomia
  • Importanza di un ambiente di apprendimento organizzato
  • Funzione dell’educatore come guida e punto di riferimento
  • Ruolo primario dell’osservazione come strumento di lavoro

Premesso che è difficile sintetizzare in poche righe la complessità̀ di un progetto pedagogico, riteniamo comunque importante tracciarne le linee di fondo che permettano di valutare la nostra visione del nido, il nostro modo di intendere l’educazione dei bambini nella fascia d’età 0-3 anni.

1. LA MENTE ASSORBENTE

La mente del bambino è una “mente assorbente”, cioè possiede un’intelligenza inconscia che gli permette l’assorbimento di tutti i dati ambientali.
E’ una mente capace di imparare senza fatica, con gioia ed entusiasmo, attraverso l’assorbimento dell’ambiente che la circonda.

2. L’IMPORTANZA DEL MOVIMENTO E DEI SENSI

Maria Montessori riconosce l’importanza di una conoscenza a partire dai sensi.
Non va dimenticato che la sua formazione è avvenuta nell’ambito del positivismo: è convinta infatti che i processi di astrazione e di generalizzazione derivino da un’esperienza sensoriale condotta attraverso il contatto e l’esplorazione dell’ambiente.
Lo stesso si può dire per l’attività motoria, necessaria per la costruzione della psiche. Il movimento è una delle manifestazioni evidenti dello sforzo di realizzarsi del bambino: non è solamente uno strumento di espressione ma un fattore indispensabile per la costruzione equilibrata della personalità.
In particolare, la Montessori evidenzia la strettissima interazione esistente tra sviluppo motorio e sviluppo intellettivo.

3. I PERIODI SENSITIVI

I periodi sensitivi sono periodi della vita del bambino in cui è assorbito totalmente da una particolare attività.
L’implicazione educativa è ovvia: i periodi sensitivi rappresentano un’occasione favorevole per l’acquisizione di nuove abilità, che va assolutamente favorita.
Precisamente, durante l’infanzia il bambino è condotto verso l’ambiente attraverso diverse sensibilità:

  • Periodo sensitivo dell’ordine: 5-6 mesi fino a 3 anni
  • Periodo sensitivo del linguaggio: 0-6 anni
  • Periodo sensitivo del movimento: 0-4 anni
  • Periodo sensitivo dell’amore per l’ambiente: 0-6 anni
  • Periodo sensitivo per il comportamento sociale: nasce versi i 2 anni e mezzo e prosegue fino all’adolescenza.

4. LA LIBERA SCELTA

Il bambino, lasciato libero di scegliere e gestire le attività, posto cioè in grado di manifestare la propria indipendenza, si trova nella condizione migliore per imparare a padroneggiare e ad esercitare le competenze necessarie al pieno sviluppo della sua personalità. Bisogna eliminare tutti gli ostacoli, che non sono solo ostacoli fisici, ma vere e proprie barriere psicologiche, che dipendono dall’atteggiamento e dalle modalità di interazione dell’adulto: ad esempio la limitazione dell’esplorazione o, al contrario, la presentazione di troppi stimoli contemporaneamente. L’attività spontanea del bambino va incoraggiata e non repressa.
Ma libertà non significa assenza di regole. Il bambino impara ad assimilare delle norme e lo fa in maniera attiva (ad esempio impara a rispettare il proprio turno o a mettere in ordine).

5. LA CONCENTRAZIONE

La concentrazione è un momento di costruzione psichica: si manifesta quando il bambino esegue un qualsiasi lavoro seguendo una propria spinta interiore, trovando in quello stesso lavoro gioia e serenità.
E’ un alto momento di apprendimento che va riconosciuto, incentivato e rispettato, attraverso degli strumenti che l’adulto deve individuare e garantire al bambino.

6. LA NORMALIZZAZIONE

Maria Montessori definisce la normalizzazione il processo grazie al quale il bambino viene posto nella condizione di poter manifestare il suo vero carattere.
Ciò accade quando gli si offre un ambiente in grado di assecondare e sostenere le sue esigenze di sviluppo.
Soprattutto la possibilità di lavorare su compiti liberamente scelti e la concentrazione su quel lavoro, genera un bambino soddisfatto, sereno e non un bambino che manifesta segni di aggressività e ostilità, oppure di passività e indifferenza.

7. L’AUTONOMIA

Il nostro obiettivo principale e la conquista dell’autonomia. “Aiutami a fare da solo”, dove:

Aiutami: è una richiesta di aiuto che ogni bambino rivolge agli adulti o ai più grandi e vuol dire “ho bisogno di te”.
A fare: Se faccio, capisco, nessuno può apprendere al mio posto, nessuno può essere libero, autonomo, intelligente al mio posto.
Da solo: Il vero fine dell’educazione è il bambino, noi siamo al suo fianco. Apprendere è un verbo attivo, ogni aiuto inutile è un ostacolo allo sviluppo.
“Aiutami a fare da solo” richiama gli educatori a non interferire con impazienza nello sviluppo dei bambini, a non sovrapporre la nostra domanda al loro personale percorso maturativo ma a fornire ai bambini gli aiuti opportuni, nei tempi opportuni, come risposta ai continui e differenti bisogni: i bambini imparano da soli. Un impulso vitale naturale spinge infatti il bambino ad agire per conoscere ed apprendere attraverso la personale esperienza.

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